Nicola Ricciardi, Presidente Fisco e Territorio – Azione Lucania: “Tari 2018 a Matera, tutto regolare?”

In questi giorni, molti cittadini materani si sono visti notificare gli avvisi TARI per l’anno 2018 ed hanno scoperto che la tassa sui rifiuti prevede aumenti fino al 120% rispetto allo scorso anno.

Ma aumenti così consistenti da un anno all’altro a che cosa sono dovuti?

Gli aggravi sulla TARI, che ricadono sulle tasche dei cittadini e delle imprese, sono in buona parte legati alla capacità di organizzare un servizio di raccolta differenziata efficiente; difatti, il mancato raggiungimento della percentuale stabilita per legge per la raccolta differenziata, comporta il pagamento di una Ecotassa a carico, nemmeno a dirlo, proprio dei cittadini.

Le utenze non domestiche poi

(artigiani, piccole e medie industrie, ristoranti)sono state destinatarie degli aumenti maggiori. A questo si aggiunga che in molti casi, per quelle attività con sede nella zona artigianale e industriale della città, è stato richiesto il pagamento della tassa senza che vi sia nemmeno la possibilità di usufruire del servizio di spazzamento e di raccolta dei rifiuti da ufficio.

Ma questi aumenti sono legittimi?

La TARI, tassa sui rifiuti, si compone di due parti, una fissa correlata alla superficie e al numero dei componenti del nucleo familiare, e una variabile collegata solo al numero degli occupanti. Quindi, per fare un esempio, se una famiglia di 4 persone occupa 100 o 200 mq, la quota variabile è sempre la stessa, cambia invece la quota fissa.
Le tariffe relative alle utenze domestiche sono riferite all’”utenza”, comprensiva delle pertinenze (garage, cantina, eccetera) e qui bisogna fare attenzione perché molti Comuni applicano a ogni unità immobiliare sia la quota fissa sia quella variabile senza distinzione, ma l’applicazione della parte variabile a ogni pertinenza o unità immobiliare comporta un notevole aumento della Tari da pagare, aumento che il Ministero dell’Economia ritiene illegittimo.

Il cittadino a cui sono stati notificati questi avvisi quindi, li deve controllare

con attenzione (per verificare, in caso di pertinenze, che la quota variabile applicata risulti pari a zero euro) e, se ravvisa degli errori, deve chiedere al Comune il rimborso di quanto indebitamente pagato o la compensazione sulla bolletta dell’anno prossimo.
Ci sono comunque cinque anni di tempo dal versamento per chiedere il rimborso, che il Comune dovrebbe effettuare entro 180 giorni dalla presentazione dell’istanza.

E se il Comune non rimborsa?

Il cittadino, in caso di diniego espresso al rimborso, ha 60 giorni di tempo per proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Matera; nel caso di silenzio del Comune, il ricorso può essere proposto invece decorsi 180 giorni.

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